Le aree interne marginali, incluse zone montane e piccole isole, soffrono di isolamento dai servizi essenziali come sanità, istruzione e mobilità. I comuni “polo” offrono servizi fondamentali come scuole superiori, ospedali e stazioni ferroviarie. Secondo la classificazione del 2014, i comuni entro 20 minuti da un polo sono “cintura”; quelli oltre 20 minuti sono considerati aree interne, suddivise in intermedi, periferici e ultraperiferici.
Nel 2022, il Cipess ha aggiornato questa metodologia, ampliando le fasce di distanza: cintura (entro 27,7 minuti), intermedio (27,7-40,9 minuti), periferico (40,9-66,9 minuti) e ultraperiferico (oltre 66,9 minuti).
L’isolamento e la mancanza di opportunità spingono la popolazione attiva ad andarsene, lasciando anziani e persone con poche alternative. Ciò aumenta il bisogno di sostegno sociale in territori già fragili, esposti a calamità naturali sempre più frequenti.
Il PNRR punta a sviluppare una rete di sanità territoriale per supportare le politiche di riqualificazione delle aree vulnerabili. Prevede 3 miliardi di euro per creare 1.430 case della comunità e oltre 400 ospedali di comunità. Nelle aree interne marginali, il 35,9% delle case della comunità e il 36,6% degli ospedali di comunità saranno realizzati.
L’obiettivo è costruire una rete di servizi sanitari di prossimità, includendo telemedicina, farmacie dei servizi e medici di base, per promuovere l’equità socio-sanitaria in tutto il paese, comprese le aree interne marginali.