Se c’è una lezione davvero importante proveniente dalla pandemia in corso è che il tempo è un
concetto relativo ma decisivo. Non è affatto una novità per la fisica ma è meno scontato per le
organizzazioni umane.
Il modo con cui Regione Puglia e altre regioni del Sud hanno affrontato i momenti più delicati
dell’emergenza – pur con capitale umano ridimensionato dai piani di rientro – dimostra che non
sempre servono tempi e discussioni lunghe per la flessibilità organizzativa e per l’innovazione
tecnologica: abbiamo assistito a situazioni di forte ritardo nella vaccinazione e repentine inversioni
di rotta, riallestimento delle reti ospedaliere e robusto potenziamento tecnologico delle terapie
intensive, accelerazione di piloti tecnologici sperimentali e avvio degli stessi verso le future centrali
della telemedicina. E, inedita rispetto al passato, una vivace cooperazione progettuale interregionale
tra cugini del mezzogiorno per i bandi ipertecnologici con cui il Ministero della Salute aggiudicherà i
200 milioni di euro del Piano Operativo Salute nell’ambito del Fondo Europeo di Sviluppo e Coesione
(l’80% per le Regioni del Sud)
Risorse finanziarie, queste ultime, che si aggiungono alla dotazione più ricca della Recovery and
Resilience Facility e anch’essa con una destinazione privilegiata – il 40% – per ridurre il differenziale di
sviluppo tra nord e sud del Paese.
Ecco allora il titolo del 5° Forum Mediterraneo: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – opportunità
di cambiamento della sanità da sud.
Certo, non sarebbe la prima volta che il Sud riceve risorse finanziarie cospicue e potrebbe pure non
essere la prima volta che si perde l’occasione di “trasformare” la realtà. Questo rischio però può
essere tenuto sotto controllo a tre condizioni.
La prima, che si faccia tesoro delle buone pratiche che prima e durante la pandemia hanno
dimostrato di avere “visione” al Sud e sull’intero territorio nazionale senza dover necessariamente
reinventare qualcosa di nuovo che dovrà scontare i tempi di progettazione, di test e – se tutto va
bene – di messa a sistema.
La seconda, che si utilizzi la stessa tensione di decisioni corte già sperimentata durante la pandemia
e che è necessaria in tutte le fasi di ricostruzione. La fine dell’emergenza infettiva non significherà il
ritorno alla normalità ma l’urgenza di costruzione di una “nuova” normalità e il ritorno ai precedenti
modi di immaginare, scegliere, finanziare e realizzare un investimento sarebbe la restaurazione del
vecchio mondo che non ha retto tutto l’urto del COVID-19.
La terza, che si lavori per una vera trasformazione digitale senza equivoci terminologici. Chi studia
e pratica le “digital transformation” insiste col dire che queste sono una faccenda di Persone,
Organizzazione e poi di Tecnologia. Fare il percorso al contrario chiedendo a professionisti e processi
di inseguire l’innovazione tecnologica è garanzia di perdita dell’opportunità che ci si presenta.
Ma c’è una condizione supplementare per il sud perché si pratichi davvero la “trasformazione”: il
Mezzogiorno può essere una “officina” per promuovere una riforma del sistema verso un “welfare di
comunità”, capace di attivare e valorizzare tutte le risorse ed energie della società civile (Comuni, Terzo
Settore, Reti di prossimità e di mutuo aiuto, Associazioni dei cittadini, Imprese private) nell’ottica della
sussidiarietà circolare in attuazione dell’articolo 118 della Costituzione.
Dal Forum Mediterraneo possono dunque venire proposte, sollecitazioni, progetti per arricchire il
confronto con le altre Regioni per mettere a disposizione del Governo e del Parlamento materiali utili
per il sistema sanitario e sociale capace davvero di essere vicino ai bisogni dei cittadini.
Il Forum sarà organizzato con un format totalmente innovativo, in coerenza con le disposizioni
nazionali di distanziamento sociale in sicurezza: una presenza live in rappresentanza delle Regioni e
delle Aziende Sanitarie del Sud e delle professioni sanitarie ed una piattaforma digitale che consentirà
teleconferenze, webinar e collegamenti da remoto con la fruizione di crediti ECM.