HIV, il ruolo chiave della gestione integrata: l’esperienza del Centro malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma

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Dalla gestione della persona con infezione da HIV alle campagne di sensibilizzazione alla prevenzione: le attività rivolte al contrasto di HIV e Aids del Centro specializzato in malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma sono ampie e multidisciplinari. A parlarne, in un’intervista doppia a Sanità33, sono Fabrizio d’Alba e Gabriella D’Ettorre

Dalla gestione della persona con infezione da HIV alle campagne di sensibilizzazione alla prevenzione: le attività rivolte al contrasto di HIV e Aids del Centro specializzato in malattie infettive del Policlinico Umberto I di Roma sono ampie e multidisciplinari. A parlarne, in un’intervista doppia a Sanità33, sono Fabrizio d’Alba, direttore generale dell’Umberto I di Roma, e Gabriella D’Ettorre, professore ordinario allo stesso Policlinico romano, a pochi giorni della Giornata mondiale della lotta a HIv e Aids che si è celebrata il 1° dicembre.

L’assistenza alle persone che convivono con l’infezione da virus HIV “è un esempio classico di come il concetto di integrazione tra ospedale e territorio dovrebbe svilupparsi in modo efficace per dare continuità di assistenza per una condizione cronica”, ha sottolineato d’Alba. Il centro del Policlinico “accompagna le persone con una diagnosi di infezione da HIV nel loro percorso di vita, le monitora e fornisce attività di counselling – racconta il direttore generale –. Il Policlinico è un punto di riferimento anche per chi non ha una diagnosi, intercettando le persone a rischio e promuovendo l’uso della profilassi pre esposizione, che riduce notevolmente la diffusione del virus”.

A livello di trattamenti, D’Ettorre spiega che “la scienza è andata avanti e bisogna sempre adeguare la gestione della persona con HIV. Sebbene l’infezione non sia curabile, ci sono persone che vi convivono e che devono assumere ogni giorno una terapia. Questo significa – sottolinea l’esperta – che le strutture devono creare situazioni che siano il più confortevole possibili”. Al trattamento, poi, si affianca l’impegno del Centro “nel contrastare lo stigma che accompagna l’infezione attraverso la creazione di un ambulatorio generale delle malattie infettive, per cui la persona con HIV non è a disagio nell’incontrare altri pazienti in attesa”. Per creare un ponte con il territorio, poi, il Centro “lavora sia con i medici di medicina generale, per condividere gli aspetti clinici delle persone con l’infezione, che con le associazioni, per cercare di tirare fuori il sommerso”, aggiunge D’Ettorre.

Proprio il collegamento con le associazioni e con il sociale sono la chiave, secondo d’Alba, per gestire al meglio il contrasto della diffusione delle infezioni. Accanto a questo “il futuro ci chiederà un profondo cambiamento come organizzazione – prosegue il direttore generale – e l’ospedale deve essere pronto a rivedersi in questo nuovo assetto, così come i cittadini devono essere disponibili a vedersi in questa nuova formula di assistenza. È una grande sfida, ma anche una grande opportunità per tutti”.

Con il contributo non condizionante di Gilead