Integrazione: l’Osservatorio Federsanità – Agenas fa tappa in Emilia Romagna

Federsanità

Si è svolta oggi a Bologna la sesta tappa territoriale dell’Osservatorio delle Buone pratiche di integrazione socio sanitaria (OISS) promosso da Federsanità, Anci e Agenas.

Il Laboratorio dell’Emilia Romagna dal titolo “Costruire salute tra dm77 e pratiche di prossimità” è nato dalla stretta cooperazione tra Osservatorio, il Comune di Bologna e AUSL di Bologna con l’obiettivo di creare un’occasione per la discussione e il confronto delle competente sui temi dell’integrazione, a partire dalle esperienze più significative presenti nei diversi contesti territoriali e in relazione alle azioni di riforma in corso nelle diverse aree sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali.

Ad aprire i lavori il Presidente nazionale di Federsanità Fabrizio d’Alba che ha sottolineato la rilevanza territoriale del Laboratorio in Emilia Romagna per la storica esperienza del servizio sanitario regionale in tema di integrazione e percorsi di presa in carico. “Federsanità – ha detto – mette insieme enti territoriali e aziende sanitarie costituendo la casa naturale dello sviluppo di politiche di integrazione e del rapporto decisivo tra i livelli istituzionali per la costruzione del sistema salute del futuro”.

A questo scopo la sessione mattutina, nel corso della quale è intervenuto Marco Panieri, Sindaco di Imola e Presidente Anci Emilia-Romagna, è stata organizzata per stimolare il confronto tecnico sugli aspetti maggiormente significativi delle esperienze di integrazione, evidenziandone sia i risultati più evoluti raggiunti sia le difficoltà ed i limiti incontrati. Ad introdurre per Federsanità Nazionale Domenico Scibetta, presidente di Federsanità Anci Veneto e project leader Oiss, e Francesco Enrichens di Agenas.

In particolare sono state presentate le esperienze di:

  • AUSL di Ferrara con gli infermieri di famiglia e comunità (IFEC), un’organizzazione che predilige la referenza territoriale alla specializzazione della funzione, sottolineando il primato della relazione nelle cure primarie;

-AUSL di Bologna con la buona pratica di telemedicina e della virtual clinic oftalmologica particolarmente rilevante nell’erogare prestazioni nelle aree più remote, in prossimità dei pazienti e utilizzando al meglio le competenze delle professioni sanitarie e il servizio TAO a domicilio che rappresenta un esempio di efficientamento dei processi di gestione dei pazienti.

  • AUSL di PARMA con l’esperienza di Fontanellato, dove in una piccola Casa della Comunità rurale si sono creati dispositivi concreti per superare il modello prestazionale da poliambulatorio.
  • Comune di Carpi dove è stato sviluppato un progetto di integrazione dati per la geolocalizzazione dei fragili durante le emergenze di protezione civile.
  • Comune di Bologna che ha avvito la mappatura delle disuguaglianze e implementazione dalle microaree agli agenti di prossimità.
  • Comune di Rimini, Distretto di Rimini, AUSL Romagna dove è stata promossa la mappatura delle disuguaglianze e l’implementazione dei nodi territoriali
  • AUSL Bologna con il progetto innovativo della Casa residenza per Anziani (CRA) aperta che funge da punto di riferimento per la popolazione anziana fragile del territorio nell’ottica preventiva dell’istituzionalizzazione. Target prioritario sono gli anziani fragili non ancora non autosufficienti e soli. E’ un progetto di forte integrazione tra servizi sociali e sanitari e con vari soggetti del terzo settore.

La sessione pomeridiana è stata aperta dal Direttore Generale di Agenas, Domenico Mantoan, che ha sottolineato che “il programma che l’Osservatorio sta sviluppando con i Laboratori territoriali è un riferimento essenziale per Agenas al fine di far emergere le migliori pratiche che utilizziamo per i nostri lavori con l’obiettivo di portarli all’attenzione delle altre Regioni e delle Istituzioni centrali. Il Laboratorio dell’Emilia Romagna ha dato un grande contributo a questa opera di costruzione del sistema territoriale integrato grazie allo spessore e significatività delle esperienze raccolte”.

I lavori sono stati pensati per creare dialogo e contaminazione reciproca tra le diverse responsabilità

istituzionali, dirigenziali, professionali e tecniche delle aree sanitarie e delle aree sociali al fine di stimolare l’incontro, il confronto e il partenariato tra esperienze e soggetti diversi, che sono stati coinvolti intrecciando tra loro le materie, gli enti e le professionalità protagoniste dell’integrazione tra sanità e sociale.

Al dibattito, introdotto e moderato da Michelangelo Caiolfa di Federsanità Anci Toscana e responsabile

scientifico di Oiss, sono intervenuti: Paolo Bordon, DG AUSL Bologna, Ettore Brianti, Assessore politiche sociali del Comune di Parma, Monica Calamai, DG AUSL Ferrara, Massimo Fabi, DG AUSL Parma, Chiara Gibertoni, DG IRCCS AOU Policlinico Sant’Orsola, Salvatore Rao, Alleanza per la casa della comunità e Francesco Sintoni – Dir. Distretto Forlì Ausl della Romagna. A concludere la giornata di lavoro Luca Rizzo Nervo, Ass. alla Salute e Welfare Comune di Bologna: “L’implementazione del dm 77 senza le pratiche di comunità rischia di non essere sufficiente per affrontare i nuovi bisogni complessi di salute. E d’altra parte le pratiche di comunità, se lasciate da sole, rischiano di non generare i necessari cambiamenti organizzativi e di non farsi sistema stabile”.