10 ORE DI DIRETTA, 200 COMUNICATORI, GIORNALISTI, SOCIAL MEDIA MANAGER DELLE AZIENDE SANITARIE PUBBLICHE RIUNITI A ROMA, 2000 VISUALIZZAZIONI STREAMING: SI E’ CONCLUSA LA SECONDA EDIZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE PER LA SALUTE
Due giorni di confronto e dibattito sul tema del Piano Nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e sull’importanza dell’informazione, della partecipazione e della trasparenza al fine di declinare in tutti i territori obiettivi e finalità di questa grande impresa del paese. Da un’indagine dell’Istituto Piepoli è emerso, infatti, che solo 1/3 degli italiani conosce questo strumento. Per molti “Pnrr” rimane un acronimo da sciogliere. Obiettivo di questa seconda edizione degli Stati Generali è stato quello di definire i cardini di un Piano di comunicazione che permetta di coinvolgere operatori, istituzioni, associazioni di categoria e cittadini.
“Chi si occupa di comunicazione mette in comune saperi, valori, professionalità. Scegliere di fare comunicazione per la salute significa scegliere la cultura della salute, come ha dimostrato anche l’emergenza pandemica. Una tecne – ha spiegato Tiziana Frittelli Presidente Nazionale di Federsanità e Dg dell’AO San Giovanni Addolorata – che appartiene a tutti coloro che lavorano nella rete della cura alle persone, come confermano gli autorevoli partner degli Stati Generali per la Salute: Iss, Agenas, Anci, Fnomceo, Fnopi, Tsrm, Fofi, Cnoas, Formez, oltre tutte le principali istituzioni nazionali (Ministero della Salute, Ministero del Lavoro e politiche sociali, Conferenza delle Regioni, Regione Lazio, ARAN) che hanno concesso il patrocinio all’evento. Le Istituzioni possono anche scegliere il silenzio, ma i cittadini cercano le loro verità, si costruiscono le loro opinioni. E le Aziende sanitarie, così come tutte le pubbliche amministrazioni, hanno la responsabilità di promuovere nei cittadini idee e, quindi, comportamenti a garanzia della propria salute e di quella degli altri. Il contrario è la diffidenza. Si tratta di una scelta etica”.
I lavori hanno alternato interventi istituzionali e tavoli di confronto al fine di rafforzare la sinergia e valorizzare il dialogo tra comunicatori pubblici della sanità, ordini professionali, associazioni di settore per moltiplicare, attraverso canali personali, tradizionali e media, gli effetti e, quindi, l’efficacia delle azioni previste dal Piano nazionale ripresa e resilienza, contribuendo alla creazione di un messaggio chiaro da veicolare dal livello centrale a quello periferico. Un percorso che, favorendo la conoscenza e la consapevolezza, trasformi il senso del Pnrr da denotativo a connotativo, aumentando, in un’ottica di partecipazione e trasparenza, l’autorevolezza delle Istituzioni, sempre più convinti che la fiducia non si conquisti con la forza delle dichiarazioni, ma si guadagni con gesti e atti concreti su cui i cittadini possano riconoscere il costante impegno per la promozione della salute.
“La pandemia ha reso ancora più evidente la professionalità, la passione e il grande senso delle istituzioni con cui affiancate le direzioni strategiche delle Asl e delle Aziende ospedaliere pubbliche – ha dichiarato il Ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo messaggio inaugurale – contribuendo ad accrescere il livello di alfabetizzazione sanitaria dei cittadini e a promuovere salute nella popolazione. In questo senso, la Rete dei Comunicatori delle Aziende sanitarie pubbliche, con la sua capacità di favorire dialogo, partecipazione e senso di appartenenza risulta preziosa per diffondere la consapevolezza che il PNRR non è semplicemente un acronimo ideato in Europa, ma un’opportunità unica per l’ammodernamento del Servizio sanitario nazionale, e dell’Italia intera, e che richiede il contributo di tutti”.
Un take home message chiaro ha chiuso la seconda edizione degli Stati generali della Comunicazione della Salute: è necessario istituire al più presto un tavolo tecnico strutturato e partecipato da parte delle istituzioni nazionali per mettere al centro traiettorie, visione, progetti, azioni condivise perché davvero il Pnrr possa produrre, grazie al contributo di tutti, i migliori effetti sul Paese. Questo il metodo: formazione, ricerca e misurazione degli esiti, disseminazione della conoscenza e delle buone pratiche.