Il Pnrr è la straordinaria opportunità di rilancio dell’intero sistema dell’assistenza. Centrale sarà quanto sapremo attuare quanto delineato rispetto al tema della prossimità territoriale.
Il Pnrr nasce dall’esperienza della pandemia che ci ha dimostrato quanto la capacità di fare rete abbia avuto un ruolo determinante nella gestione dell’emergenza: coordinamento e governance del territorio sono le coordinate intorno a cui muoversi.
Il modello di stretta collaborazione tra i vari livelli istituzionali che sono intervenuti sul territorio è stata la formula vincente per la gestione dei differenti bisogni espressi dai cittadini in un momento che non ha precedenti nella nostra storia. E’ questo il modello da replicare e valorizzare da oggi in avanti.
La Missione 6 è un’occasione straordinaria per imprimere un impulso decisivo al percorso di potenziamento e qualificazione dell’offerta di servizi, soprattutto al Sud e in generale nelle aree interne del nostro Paese. Dobbiamo superare gli eccessivi divari territoriali che spesso danno luogo alle cosiddette ‘migrazioni sanitarie’ da una Regione all’altra, favorendo ovunque l’accesso ai servizi, garantendo livelli essenziali delle prestazioni sociali e sanitarie omogenei tra i territori.
L’universalismo e l’equo accesso ai servizi che il nostro Servizio Sanitario Nazionale deve assicurare per la promozione e la tutela della salute non possono che passare dai territori e dalla centralità del cittadino, assicurando rispetto dei diritti civili, sociali e sanitari dei cittadini.
Come tutto il Pnrr , anche la Missioni 6 è composta da ‘azioni’ e di ‘riforme’. È il loro insieme che compone il Piano e una parte tiene l’altra. Per M6 abbiamo progettazioni su Case e Ospedali della Comunità, Cot, Assistenza domiciliare, unite al decreto legislativo sui nuovi assetti della sanità territoriale. Oltre le risorse, quindi, il Pnrr reca un impulso alla riforma che forse in ambito sanitario e assistenziale è più rilevante delle stesse risorse. In termini prettamente sanitari, credo che il centro di questa azione possa essere definito come la creazione del sistema di assistenza esterno dall’ospedale. Non si tratta solo di sanità. Infatti M5 contiene progettazioni nelle materie della non autosufficienza, disabilità e grave marginalità, unite a interventi legislativi per la non autosufficienza e la disabilità.
Le Aziende sanitarie e ospedaliere sono completamente pronte a traghettare il Ssn nel futuro? Siamo in cammino per rendere questo obiettivo realtà. Va fatto un grande lavoro e in modo corale. Questo significa che ognuno deve fare la sua parte, ma con una visione complessiva e garantendo uniformità, o non ci sarà alcun salto di qualità nell’assistenza.
La prima condizione, però, deve essere avere una chiara e corretta cornice normativa, ad esempio sul Distretto che per la gestione della sanità disegnata dalla missione 6 del Pnrr, dovrà essere molto diverso da come lo conosciamo. C’è poi bisogno di risorse umane ma non basterà reclamare più personale: servirà formazione e anche una riorganizzazione, perché le prospettive delle finanziare future ci dicono già che non riusciremo ad assumere tanto personale quanto servirebbe per essere in linea con gli standard del Pnrr.