Di Tiziana Frittelli, Presidente di Federsanità-Confederazione delle Federsanità Anci regionali
E’ stato presentato oggi il Rapporto sui Servizi socio-sanitari dei Comuni italiani, elaborato da Federsanità e Ifel (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale), sulla base dei dati Istat 2023, relativi all’anno 2020. Il rapporto mette in evidenza una serie di dati preoccupanti sul versante dell’integrazione socio-sanitaria. Ci apprestiamo a mettere in campo gli strumenti previsti dal DM 77 sulla nuova sanità territoriale, seppure rivisti numericamente al ribasso a causa della rimodulazione del PNRR, che presuppongono una forte integrazione con l’assistenza sociale offerta dai Comuni. Infatti, per evitare il fenomeno delle sliding doors della fragilità sociale verso l’assistenza sanitaria che, comunque, non e’ in grado di fornire una presa in carico integrale, allargata alle esigenze sociali del paziente fragile, occorrono processi integrati e finanziamenti dedicati alla non autosufficienza e alla disabilità. Il DM 77, prevede strumenti nuovi di integrazione: il Punto Unico di Accesso presso le Case di comunità, dove avverrà la valutazione multidimensionale congiunta tra aziende sanitarie ed enti locali per le persone non autosufficienti; le Centrali Operative Territoriali, strumento fondamentale di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali, sanitari e sociosanitari, in dialogo con la rete dell’emergenza urgenza; il 116117, per ogni esigenza sanitaria e socio-sanitaria a bassa intensità assistenziale; l’assistenza domiciliare integrata e la teleassistenza, i cui fondi sono stati incrementati a seguito della rimodulazione del PNRR, vero punto di svolta verso la sostenibilità del sistema. L’integrazione sociosanitaria si avvarrà’ di questi strumenti e processi innovativi, orientata da logiche di integrazione e multiprofessionalità, ma non potrà prescindere dall’entità dei finanziamenti disponibili sui territori.
Sintesi dell’intervento del Ministro della Salute Orazio Schillaci
“Il Rapporto affronta temi di particolare rilevanza nell’attuale contesto demografico, epidemiologico e socioeconomico, dedicando ampio spazio al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il PNRR, l’ho ripetuto spesso, rappresenta la nostra grande occasione per modernizzare il servizio sanitario nazionale e per prenderci cura in maniera sempre più efficace di un’Italia che invecchia.
Credo che una Nazione moderna, con un welfare sanitario solidaristico come il nostro, debba dare risposte soprattutto ai suoi anziani, e ancor di più a quelli che vivono in situazioni di solitudine, prendendosi cura dei loro bisogni nella loro totalità.
Ci sono condizioni di grande fragilità e non le possiamo ignorare.
Penso ai tanti anziani che restano nei reparti di Medicina Interna perché non hanno qualcuno o strutture che possano accudirli. Una condizione di isolamento e solitudine rappresentata anche dai dati della Sorveglianza Passi riferiti all’anno 2021-2022: il 16% degli anziani intervistati, riferisce, nel corso di una settimana normale, di non aver avuto contatti (neppure telefonici) con altre persone; il 76% non ha frequentato alcun punto di aggregazione.
Vorrei soffermarmi sull’approvazione della Legge delega 33/ 2023 in favore delle persone anziane, con cui il Governo ha posto le basi della riforma complessiva delle politiche in favore degli anziani e soprattutto contro la loro marginalizzazione nella società.
Una legge che dà concretezza all’integrazione tra prestazioni sanitarie e sociali, che rappresenta in un certo senso il punto di congiunzione tra la Missione “Inclusione e Sociale” e la Missione Salute del PNRR. In questo senso quindi è cruciale creare modelli organizzativi tarati sulle esigenze dei territori e che sappiano recepire le diversità in termini di fabbisogno di salute delle popolazioni.
Proprio la consapevolezza della necessità di dare risposte a una fascia così fragile della nostra popolazione, ha portato questo Governo ad accelerare sui decreti legislativi attuativi degli art.3 e 4 della Legge delega, che posso ormai definire in dirittura d’arrivo. Si tratta di provvedimenti importanti che intervengono su prevenzione e cura che puntano a creare tutte le condizioni, attraverso meccanismi di semplificazione e di coordinamento, perché la comunità si prenda cura degli anziani, dei loro bisogni sanitari, sociali e relazionali”