Investire sul Futuro

Federsanità

La prevenzione vaccinale come volano di salute, benessere e sostenibilità

Quando si parla di benessere di comunità e di salute “one health” non si può prescindere da un aspetto solidaristico collegato alla prevenzione e quindi alla capacità degli attori del sistema di fare rete, soprattutto orientando scelte e azioni rispetto alla presa in carico delle fragilità sociali e della popolazione più anziana. Quale il punto di vista di Federsanità che mette in dialogo governance della salute e enti territoriali?

I cambiamenti economici e sociali indotti dalla crisi pandemica hanno indirizzato tutti i paesi a ripensare, almeno in parte, le politiche di welfare socio-sanitario, soprattutto per la presa in carico della popolazione più fragile. Nel nostro Paese ciò sta avvenendo con la messa a terra del PNRR e con l’attuazione della riforma della rete dell’assistenza disegnata dal DM77. Un possibile modello ideale trova il motore propulsivo non solo nella gestione della presa in carico, ma anche nel governo della domanda. Un modello, quindi, il cui focus è incentrato sui bisogni di salute. In questo quadro, la declinazione delle politiche per la salute, a partire proprio dalla prevenzione e dai sani stili di vita, deve avvenire a partire dal basso, riposizionando strategicamente il dialogo tra interlocutori istituzionali, come governance della sanità e Comuni, nei processi decisionali.
Quella dell’invecchiamento attivo è LA sfida di oggi e che risponde non solo a un’esigenza della collettività, sul piano socio economico e culturale, ma anche a un bisogno specifico degli individui che chiedono di poter essere sempre più attivi in terza età e, per questo, di aggiungere qualità della vita agli anni.

È necessario, anzitutto, attivare politiche e azioni che prevedano strumenti di programmazione, coordinamento e monitoraggio con il coinvolgimento di tutte le istituzioni e delle organizzazioni pertinenti.

In questo contesto è necessario il coordinamento delle strutture sanitarie, territoriali e ospedaliere, sulla presa in carico del paziente. E laddove il paziente è un soggetto fragile, cronico, oncologico, soggetto a ricoveri ospedalieri, è necessario coordinare al livello regionale la somministrazione dei vaccini al momento della dimissione dall’ospedale, intervenendo in questo modo in maniera semplice e tempestiva sui pazienti più a rischio.

Sul territorio bisogna valorizzare i luoghi di aggregazione, promuovere una progettazione urbanistica inclusiva che favorisca l’invecchiamento attivo e quindi il benessere delle comunità. Occorre sostenere il volontariato e promuovere il contrasto all’esclusione sociale e alla povertà come parte integrante di queste politiche.

E’ la sfida del nostro tempo, e l’unica risposta possibile è quella di inserire il concetto di invecchiamento attivo in tutte le politiche pubbliche come un obiettivo strategico al fine di armonizzare la società e l’economia con i mutamenti demografici e garantire una società di benessere per tutte le età.

In questo contesto Federsanità è attivamente impegnata da anni nell’Alleanza HAPPY AGEING che, con le Società scientifiche e le parti sociali, è nata proprio con lo scopo di guardare all’invecchiamento attivo non come a un problema o a un carico sociale, ma come ad una straordinaria occasione per ripensare e ridisegnare integralmente la società.

In questo contesto molti territori regionali, tramite le nostre Federsanità regionali, sono impegnati in progetti di promozione di sani stili di vita orientati proprio alla terza età come i 10mila passi di salute in FVG, la promozione del movimento in collaborazione con le strutture messe a disposizione dai Comuni (scuole, Centri anziani, ecc.), la vaccinazione contro in COVID degli anziani residenti nelle Aree interne della Liguria in collaborazione tra ASL e Sindaci, ecc.

L’invecchiamento attivo passa attraverso le vaccinazioni, il movimento, l’alimentazione, ecc. Passa attraverso una visione di prevenzione a 360° che è inevitabilmente legata alla quotidianità, ai luoghi e ai servizi che non sono solo sanitari.

Se, ad esempio, la chiamata attiva da parte delle ASL nei confronti degli anziani per le vaccinazioni previste trova un punto di incontro e diffusione nelle Comunità locali, le percentuali di adesione aumentano in modo importante.

Quindi, è proprio quando le politiche di “promozione della salute” dei Comuni si intrecciano e si completano con le attività dei Dipartimenti di prevenzione delle ASL che si riesce a incidere sulla qualità della vita di tutti i cittadini e di quelli anziani in particolare.