Diabete e PNRR: investire nell’uguaglianza territoriale delle cure

Federsanità

Il diabete è una pandemia in continuo aumento: in Europa il diabete è la quarta causa di morte e in Italia provoca il 3 per cento delle morti ogni anno. La qualità dell’assistenza diabetologica italiana è tra le migliori a livello mondiale, ma ci sono dei margini di miglioramento; è giunto il momento di investire per garantire un trattamento uguale per tutti ovunque sul territorio.

“Diabete e PNRR: prima le cure” è il tema del 15° Italian Diabetes Barometer Forum, organizzato da Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation (IBDO Foundation) e Intergruppo Parlamentare “Obesità e Diabete”, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk.

Il diabete in Europa

In Europa il diabete colpisce 62 milioni di persone e, nel 2021, ha causato oltre 1 milione di decessi, rappresentando così la quarta causa di morte. In Italia ad oggi sono quasi 4 milioni le persone con diabete ed è la causa iniziale o concausa di oltre 80 mila morti ogni anno, cioè circa 9 decessi ogni ora.1 Si tratta di una pandemia silenziosa con importanti costi sociali e umani che è destinata a crescere, basti pensare che dal 2000 ad oggi i casi di diabete sono raddoppiati nel nostro Paese. Attualmente la qualità dell’assistenza diabetologica italiana è tra le migliori a livello mondiale, ma ci sono dei margini di miglioramento, per questo è giunto il momento di investire per garantire un trattamento uguale per tutti ovunque sul territorio.

Diabete e PNRR

Su questi temi si sono confrontati ieri in Senato presso la Sala Zuccari esponenti di Istituzioni, società scientifiche ed esperti durante il 15° Italian Diabetes Barometer Forum, dal titolo “Diabete e PNRR: prima le cure”, con particolare attenzione alla Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR che ha stanziato 15,63 miliardi di euro per una riforma che definisca un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico. L’evento è organizzato da Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation (IBDO Foundation) e Intergruppo Parlamentare “Obesità e Diabete”, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, nell’ambito del programma Driving Change in Diabetes.

Le parole del Vicepresidente Vicario di ANCI, Roberto Pella

«Siamo convinti che si debba passare attraverso una più forte alleanza tra scienza e istituzioni e tutti i diversi livelli di governo per una efficace messa a terra delle risorse, nei tempi così stringenti che dovremo rispettare per la realizzazione del Piano. Inoltre, dovremo intervenire per assicurare che un nuovo approccio sia messa in campo, un approccio che veda al centro della politica pubblica il cittadino, il paziente e il suo domicilio, al fine di generare un autentico cambiamento nell’organizzazione delle strutture, nelle competenze e nelle professionalità che avranno l’obiettivo di prevenire e curare le persone con diabete», prosegue On. Roberto Pella, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete e Vicepresidente Vicario di ANCI.

Le parole della Presidente di Federsanità, Tiziana Frittelli

Nell’ambito dei lavori è anche intervenuta la Presidente di Federsanità e Dg dell’AO San Giovanni Addolorata di Roma, Tiziana Frittelli: “Le risorse stanziate dal PNRR per la medicina del territorio, e quindi le malattie croniche, rappresentano uno dei focus fondamentali. Abbiamo l’occasione concreta di implementare un nuovo ed efficiente modello di gestione delle cronicità, tra le quali il diabete, per prevalenza, co-morbilità e complicanze, rappresenta l’esempio paradigmatico. Due le strade da percorrere: potenziare la rete diabetologica e basarla su centri multi-professionali ospedalieri o territoriali, garantendo maggiore sinergia tra specialisti endocrinologi/diabetologi e medici di Medicina Generale e prevedendo la collaborazione di membri del Team diabetologico presso le Case della Comunità, gli Ospedali di Comunità e le RSA. E poi, determinante, l’integrazione dei processi e delle strutture anche con l’utilizzo della telemedicina. Bisogna implementare e potenziare la digitalizzazione (teleconsulti, teleassistenza, educazione terapeutica via web, condivisione di dati clinici, ecc.) integrando i processi per migliorare la qualità dell’assistenza attraverso il continuo dialogo medico-paziente ed il confronto tra professionisti”.